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Come è difficile comunicare con un malato di Alzheimer


“Non riesco proprio a conversare bene e questo è molto limitante. Non riesco a pensare a una cosa da dire prima che un altro l’abbia già detta, le parole si confondono facilmente tra loro. E allora impreco”. Ancora una volta Cary Smith Henderson ci spiega come può essere frustrante per un malato di #Alzheimer cercare di comunicare verbalmente con gli altri. Ecco perché è così importante rispettare i suoi tempi e non anticiparlo, suggerendogli la parola giusta. Questa esperienza fallimentare ripetuta nel tempo farà sì che egli rinunci a parlare, perché gli altri lo sanno fare meglio. Al danno cerebrale si aggiunge quello ambientale.

L’anziano malato di demenza si sente fragile, inadeguato e minacciato, per questo si consiglia un tono di voce pacato, che non deve apparire autoritario per non scatenare reazioni oppositive, ma neppure troppo dolce, perché lo infantilizzerebbe ulteriormente. Le frasi devono essere semplici, brevi, chiare e formulate in positivo. Quando fate delle domande, anziché proporre un’alternativa, privilegiate quelle la cui risposta è sì o no. Ad esempio, anziché, chiedere vuoi la minestra o la pastasciutta, chiedete semplicemente, vuoi la minestra? Il ritmo deve essere lento e non abbiate paura dei silenzi. Le pause consentono all’anziano fragile di raccogliere le idee e cercare di capire. Se gli lasciamo il tempo di cui ha bisogno, si sentirà accettato e rispettato nella sua lentezza. Quando dovete comunicargli qualcosa cercate il suo sguardo e non fatelo se è distratto da qualcosa d’altro. La mimica del vostro viso deve essere coerente con il contenuto del vostro messaggio e deve esprimere attenzione, rispetto e accoglienza. Non stupitevi di una reazione negativa se a dispetto delle vostre parole, magari concilianti, il vostro tono è arrabbiato. Il significato delle parole può sfuggire ma il modo con cui gliele dite no. Mantenete una distanza che sia vissuta come rassicurante e non minacciosa, ad esempio mezzo metro. Se siete troppo vicini o vi avvicinate in modo repentino, potrebbe sentirsi minacciato e reagire in modo aggressivo. Mettetevi alla sua altezza per non intimidirlo, se è in carrozzina prendete una sedia e sedetevi accanto. In generale, curate la comunicazione verbale ma soprattutto quella non verbale!

MV

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