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Marica Vaona

Un compleanno senza fine: come trasformare i sintomi della demenza in esperienze gratificanti


La perdita di memoria è sicuramente uno dei sintomi tipici della demenza, ma a volte non ricordare può essere utile. Quando l’anziano smemorato crede di essere in una realtà diversa da quella attuale, soprattutto se la sua realtà è migliore di quella attuale, permettiamogli di vivere nel suo mondo senza sconfermarlo.

Non è forse più gratificante credere di essere una giovane madre, che deve andare a prendere i propri figli a scuola, piuttosto che fare i conti con la malattia e con la perdita di un ruolo sociale?

Una signora, in un nucleo Alzheimer, credeva di essere su una nave da crociera, che navigava verso le isole greche. Tutto ciò aveva un senso, perché non pagava i pasti, e partecipava alle attività di animazione con persone estranee (ovviamente erano gli ospiti della RSA che non riconosceva). Nel momento in cui gli operatori compresero la sua realtà, ogni volta che chiedeva un cocktail, anziché contraddirla o deriderla, iniziarono a darle una bibita che aveva un ombrellino sul bordo del bicchiere. Risultato: una signora idratata e felice.

Altra situazione, domestica in questo caso: signore anziano, malato di Alzheimer, che vive con la moglie. Ogni mattina, la signora gli faceva trovare una torta di compleanno con le candeline e un biglietto di auguri. Ogni volta lui spegneva le candeline, leggeva il biglietto ed era felice! Ecco un altro esempio di come trasformare un sintomo della malattia in un’esperienza positiva. La signora metteva suo marito nella condizione di avere una qualità della vita migliore rispetto a tante persone che non hanno la demenza, ma che si svegliano ogni mattina, odiando il loro lavoro e la loro vita, e senza avere nessuno che si prenda veramente cura di loro.

MV

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